Il viaggio della Fortune

85. Espansione.

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    Immane Rompiball

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    “Capitano si svegli, capitano, capitano si svegli…”
    “Si, ora, che c’è Willis? Che succede oggi?…” London aprì gli occhi ancora intontito, quella sera era andato a letto tardi. Willis? No, era Clair, bella come sempre, che lo scuoteva per svegliaro. “Che c’è? Che succede? Che ore sono?”
    “Sono le otto e c’è una grana all’orizzonte che richiede la tua presenza”
    “A cavolo, mi sembrava di essere ancora a bordo e come al solito Willis mi svegliava prima dell’ora per qualche grana. Che è successo?”
    “C’è la Lacroy al limite della paranoia, l’ha mandata il dott. Dubois perché pare sia successo un incidente al Moebius e urge la tua presenza”.
    I laboratori Dubois erano nel modulo Moebius. C’è chi li chiamava laboratuar Dubois che semplicemente Moebius chi con altri nomi coloriti tipo i laboratori Frankenstein ecc…Come al solito, London eseguì la procedura veloce per uscire di casa, ormai riusciva a chiamare “casa” il suo alloggio nel modulo Columbus poi si avviò in tutta fretta insieme a Clair e a Wendy Lacroy. Clair li lasciò a metà strada per dirigersi verso il centro di coordinamento dove aveva sempre più lavoro da fare di quello che riuscisse a fare prima di sera, mentre Wendy e London proseguivano. London cercò di capire cosa fosse successo ma Wendy era troppo scossa per riuscire a fare un resoconto logico dell’accaduto.
    Mancavano ancora una cinquantina di metri ai laboratori e già si vedeva il brulicare di addetti che cercavano di fare il loro meglio per recuperare animali di ogni tipo che scappavano come impazziti in ogni direzione. Qualcuno aveva aperto le incubatrici, le gabbie, i contenitori ed ogni specie incredibile di esseri geneticamente modificati o in fase di elaborazione che c’erano nei laboratori. Man a mano che London e Wendy si avvicinavano all’ingresso dove un abbattuto dott. Dubois quasi piangeva insieme alla figlia Silviè che cercava di tirarlo su moralmente, lo stupore aumentava vedendo ciò che scappava strisciando in terra, correndo con sei o più zampe, arrampicandosi sui muri, e volando via come grosse farfalle. Un essere dagli occhi intelligenti stava sgusciando sul muro accanto a loro, come una lumaca enorme, guardando la confusione intorno come se fosse atterrito e allo stesso tempo contento di trovarsi libero.
    “Com’è successo Max?” Chiese a bassa voce London.
    “Qualcuno questa notte è entrato forzando le porte ed evitando in qualche modo che scattasse l’allarme ha portato via tutte le scorte del “drago verde” e della “tigre nera” per chissà quale motivo. Poi ha lasciato aperto tutti i contenimenti lasciando scappare ogni creatura e ogni esperimento in corso. Questi che stiamo tentando di riprendere non sono che una minima parte. Tutte le capre, le pecore ed i vitelli che erano stati fatti crescere sono stati rubati, oppure sono scappati. Ma non solo, hanno fatto razzia anche delle sementi e dei germogli che dovevano essere piantati la prossima settimana”.
    “Le guardie sono state avvertite?”
    “Si, Randall si è subito messo in moto per vedere di recuperare il recuperabile, ma ce ne siamo accorti solo stamani mentre la violazione è avvenuta almeno otto ore prima”
    “Non c’era nessuno di turno?”
    “Sono stati narcotizzati. Ancora adesso stanno dormendo come ghiri”
    “Quindi, suggerisci che sia stato qualcuno all’interno a commettere questo scempio?”
    “Non saprei, ormai ho perso il conto tra quelli che sono all’interno e quelli che non lo sono più. La società si sta di fatto sfaldando”.
    “Credi che ci saranno problemi di tipo ecologico in futuro?”
    “Dipende da cosa fanno con i ceppi biologici della tigre nera e del drago verde. Se li gettano in un fiume presto tutto il pianeta potrebbe essere in serio pericolo sotto tutti i punti di vista. Per fortuna, la mancanza di fauna locale dovrebbe mitigare ogni tipo di effetto di qualunque cosa stiano pianificando questi pazzi”.
    “Credi di poter rimettere in sesto il laboratorio?”
    “Lo saprò con più certezza quando avrò visto cosa c’è rimasto in criostasi, cosa è andato distrutto e cosa no”
    Le giornate successive impegnarono molto il personale ed il gruppo TNT che fu inviato a cercare quei criminali che avevano compiuto lo scempio. Le tracce portarono Jolene Richardson fino alla foresta del Grey, la foresta a ovest della pianura di Hamilton. Il gruppo TNT si inoltrò fino alle paludi interne e poi dovettero smettere perché non avevano un’imbarcazione. Circa cinque persone erano scappate in quella direzione con un carro tirato a mano con sopra tutto il malloppo e si erano spostati navigando sul fiume dopo averlo caricato su di una zattera. I segni sulla sponda erano significativi. La zattera probabilmente si era diretta a sud verso i nuovi accampamenti forse verso Terranew.
    Era passata una settimana dal saccheggio dei laboratori Duboise, e quel pomeriggio, dopo quasi un anno di siccità e nemmeno una nuvola in cielo, la temperatura calò, quando inizio a fare buio, il cielo si coprì di nuvole variopinte ed iniziò una pioggerellina fitta. Tutti senza eccezione uscirono per guardare il fenomeno che ormai davano per impossibile su Rhea. Anche London ed il dott. Dubois uscirono per assistere al fenomeno, mentre un enorme arcobaleno iniziò a formarsi in cielo alla luce di Life che tramontava ad ovest. I due continuarono a parlare mentre sorseggiavano un caffè appena prelevato da un distributore automatico.
    “Quindi, che dici? C’è la possibilità di far crescere qualche embrione di qualche genere?”
    “Gli embrioni sia umani che animali sono salvi. Soltanto un contenitore si è depressurizzato ma la temperatura ha comunque conservato il contenuto. Si tratta solo di farli crescere tutti contemporaneamente altrimenti morirebbero. Ci sono almeno cinquecento umani ed un migliaio tra bovini, suini ed ovini. Questi sono i numeri”
    “E come faremo ad alimentarli tutti una volta che sono nati?”
    “Ecco, questo è il punto. Non abbiamo culture a sufficienza e nemmeno a parlarne di scorte di bordo. Inoltre, non sappiamo come potranno svilupparsi e crescere senza l’apporto di correzioni genetiche assicurate da quei miracoli che erano la tigre nera ed il drago verde”
    “Con ne avranno fatto quei paranoici che li hanno rubati? Pensi che abbiano fatto morire quei miracoli della genetica?”
    “Non saprei proprio. Ma se solo li hanno lasciati liberi in natura, con questa pioggia c’è da aspettarsi di tutto”
    “In che senso?”
    “Nel senso: alberi che camminano, dinosauri, draghi, creature ancor più strane dei Waharaz…”
    “A proposito a che punto è il programma di ripopolamento?”
    “Loro sono quasi a posto. Le loro specie non sono così selettiva in materiale genetico come lo siamo noi e potenzialmente hanno individui a sufficienza per non rischiare più l’estinzione a meno che non intervengano complicazioni con gli individui modificati geneticamente”
    “Che tipo di complicazioni?”
    “Non ne ho idea ancora, ma pensi che non ne sorgeranno in futuro?”
    “Sicuramente, e sicuramente produrranno il maggior danno che potranno”.
    “Ovviamente”
    London salutò Dubois e ritornò a “casa”. Il pensiero di “casa” da quella sera iniziò a solleticarlo e a chiedersi perché non si poteva fare una casa dove vivere con la sua Clair ed i suoi futuri figli fuori da Ham City? In fondo in molti avevano abbandonato Ham City per andare a colonizzare le terre del nord. Ovviamente, la sua presenza a Ham City era indispensabile come quella di Clair e di Barbara, come pure quella dei ragazzi della squadra uno e del gruppo di intervento TNT. Era indispensabile per il loro futuro tenere Ham City al più alto livello tecnologico possibile, finché i nipoti non fossero stati sufficientemente grandi e pronti a sostituirli in quei compiti fondamentali e tentare di colonizzare quel pianeta senza ridursi a livello di bestie nelle caverne come erano i loro antenati sulla terra milioni di anni fa.
    Tre volti conosciuti stavano guardando la pioggia alle ultimi luci del crepuscolo poco oltre la via che London stava percorrendo per tornare a casa.
    “Credi che abbiano qualche sospetto Doug?”
    “No, non credo abbiamo fatto le cose per bene come al solito”
    “Mi dispiace di aver generato tutto quello scompiglio e di aver rattristato il dottore, ma era necessario. Tu che dici Strat?”
    “Ah, non saprei, io ho contribuito, ma non chiedetemi di fare delle statistiche, di queste cose non me ne intendo”
    “La natura farà il suo corso, drago verde e tigre nera sono le cose più ostiche che abbia mai visto, non si arrenderanno finché non saranno soddisfatti, almeno così ho visto nella mia visione. Questo pianeta diventerà come la terra e forse anche meglio”
    Quella sera Anglesey, Stratos e Sowie festeggiarono con delle birre fresche. “Finchè ce ne saranno!” Disse Stratos alzando un calice brindando… forse alle birre o forse a chissà cosa.


    FINE


     
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0 replies since 17/10/2012, 15:23   42 views
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